Secondo la logica dell’et-et, l’Individuo entra con una propria struttura di personalità che può influenzare e modificare il sistema in cui si trova ma come ampiamente comprovato dalla letteratura di riferimento, le organizzazioni promuovono e legittimano determinati comportamenti che possono essere valutati come patologici in virtù del tema dell’interdipendenza. E’ importante indagare le fantasie, i desideri, i conflitti, le difese che caratterizzano i soggetti e che possano talvolta essere contenute e altre volte al contrario possono esistere all’interno e minare alla “salute” dell’Organizzazione.
Dai senso al tuo cambiamento !
“Le organizzazioni non sono fatte soltanto con mattoni e calce,
prodotti e denaro; esse sono fatte anche di Persone.
Le Persone le creano, le fanno funzionare,
e le nutrono nei loro cuori e nelle loro menti.
Le Persone sono l’aspetto più importante delle organizzazioni,
e sono spesso l’aspetto più importante della vita quotidiana di lavoro”.
Seth Allcorn
Psicoterapia aziendale
La psicoterapia aziendale è un intervento di medio-lungo termine che consiste nel prendersi cura (azioni di ascolto, sostegno, supporto) delle dinamiche relazionali e organizzative disfunzionali che sono la causa dell’ammalarsi dell’Organizzazione.
Le patologie organizzative sono l’equivalenza tra cultura dell’Organizzazione e la personalità dell’Individuo. Infatti, secondo alcune teorie, è un organismo, con tutte le irrazionalità, gli stati emotivi, le incoerenze, i rituali, i simboli che caratterizzano l’individuo.
In qualche caso, i disturbi riflettono significativamente lo stile di leadership del Management o del Vertice, e finiscono per diffondersi a tutti i livelli dell’Organizzazione; in altri casi, essi sono il risultato di un processo sotterraneo, protratto per anni, a cui molti hanno partecipato più o meno consapevolmente. In altri casi, ancora, essi divengono parte integrante ed elemento distintivo della cultura organizzativa.
Ad esempio, un’Organizzazione DEPRESSA si caratterizza per inattività, mancanza di fiducia, demotivazione, inadeguatezza, conservazione e isolamento. I driver ammessi sono burocrazia, eccesso di routine, staticità e automaticità; la fantasia predominante è l’inutilità dei risultati conseguiti che pervade tutta la popolazione aziendale. Il Management, apatico e passivo, anziché essere una guida, un faro e un volano per l’intera Organizzazione sarà con molta probabilità affetto da “disturbo alessitimico“.
- Interventi personalizzati per la gestione dello stress
- Interventi di prevenzione e promozione del benessere psicologico
- Interventi ad hoc per curare il disturbo paranoide, ossessivo, isterico, depressivo, schizoide e alessitimico
- Interventi per la riduzione degli effetti del workaholism, dipendenze di varia natura, analfabetismo affettivo etc..
- Analisi dei fattori psicologici e comportamentali di rischio e di protezione per la salute bio-psico-sociale
- Supervisione individuale e di gruppo rivolti ai gruppi di lavoro per potenziare le competenze comunicative, il coping e il funzionamento dei Team
La valutazione dello stress lavoro-correlato
Lo stress da lavoro-correlato è la percezione di disagio che un lavoratore avverte quando le sue capacità non sono commisurate alle richieste dell’ambiente lavorativo e, spesse volte, inizia proprio come espressione soggettiva.
Le conseguenze derivanti da stress lavoro-correlato possono generare situazioni patologiche tali da ripercuotersi negativamente prima sull’individuo, poi, conseguentemente, sull’intera Organizzazione. Le potenziali conseguenze posso essere:
- Calo delle performance operative
- Aumento degli incidenti causati da errore umano
- Assenteismo
- Disfunzionalità comunicativo-relazionali
- Contagio emotivo negativo
- Disaffezione aziendale
- Tradimento del contratto psicologico
Questi fattori rappresentano un potenziale aumento dei costi per l’impresa e il progressivo degrado dell’ambiente lavorativo:
Una situazione che si può prevenire e ridurre se applicate le adeguate azioni mitigative post-valutazione!
Il decreto legislativo 81/08 (nell’art. 28 comma 1 “Oggetto della valutazione dei rischi”) impone a tutti i datori di lavoro una valutazione riguardante tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli collegati allo stress lavoro-correlato, secondo i contenuti dell’accordo europeo dell’8 ottobre 2004 e quelli riguardanti le lavoratrici in stato di gravidanza, secondo quanto previsto dal decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, nonché quelli connessi alle differenze di genere, all’età, alla provenienza da altri paesi.
Per legge (L. 56/89) la valutazione delle variabili psicologiche e psico-sociali va effettuate da Psicologi regolarmente iscritti all’Albo professionale di tipo A
La valutazione dello stress lavorativo è utile per il monitoraggio della salute dei lavoratori ed è obbligatoria dal 16/05/2009, le aziende hanno circa 1 anno per mettersi in regola.
Inoltre rappresenta un’ottimo strumento di sostenibilità delle performance e del benessere dei propri collaboratori.
Il Datore di lavoro che non rispetta l’Art.28 rischia, in caso di controllo, l’arresto da quattro ad otto mesi o l’ammenda da €5.000 ad €15.000.
La valutazione dello stress lavorativo è obbligatoria per tutte le aziende che abbiano almeno 1 dipendente – con qualsiasi tipo di contratto, anche a tempo determinato.